martedì 15 marzo 2011

GAP A\I 2011: quando il basic non è semplice.


Più vado avanti più me ne convinco: la semplicità è la vera sfida del futuro, nel Web, negli elettrodomestici, nella tecnologia.
Semplice non significa povero, ma essenziale. È semplice quel design, quella interfaccia, quella interazione in cui nulla è gratuito, e in cui tutto ha un senso.

<Quando non lavoro scelgo solo t-shirt basiche e jeans, è così sexy!>.
<La mia divisa fuori fashion week è maglia bianca e denim sdruciti. Mi sento a mio agio solo così!>. 

Affermazioni che possono far innervosire quando si scopre che a pronunciarle sono libellule da passerella con compensi milionari. 
Eppure mai elogio alla leggerezza sembra più indicato: in un inverno votato ad atmosfere d'antan,la cultura del basic torna protagonista anche con -15 gradi. 
A rilanciare il jeans come accessorio culto è Patrick Robinson, designer di Gap 1969 nonché ideatore del nuovo denim per la stagione A/1 2010 il Legging Jane, l'ennesimo da temere e desiderare con nonchalance visto che è declinato nella versione zippata, ultra stretch e tie&dye.
Robinson definisce la sua creatura "amazing" su chiunque e,nel farlo,indica il set fotografico della campagna dove Anja Rubik, dopo stagioni nei tubini stretch di Balmain, posa sensuale con i nuovi jeans & top bianco. 
Se neppure con la farsa della "t-shirt bianca e niente trucco" i Legging Jane vi sembrano portabili e daily, fate come Sasha Pivovarova
L'eterna model-doll ex prodigio in Prada arriva sul set con ballerine nere, canotta di seta e chignon: niente pose ammiccanti ma stretching puro. La top sceglie di “interpretarli” con un po’ di aerobica perché se la qualità del nuovo modello Gap è nell'essere jeans ma elastici tanto vale metterli alla prova. Ponte con schiena incurvata incluso. Vero non avrete gli zigomi di Sasha, ma non vi sentite di nuovo pronte a sfidare la legge del back to basic?

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